STRADA FACENDO 4 . PER UNA EFFETTIVA UGUAGLIANZA NEL RISPETTO DELLA DIFFERENZA

APPROVATA LA CARTA DI TERNI PER UN NUOVO WELFARE

Si è svolta a Terni, dal 5 al 7 febbraio la quarta edizione di Strada Facendo, iniziativa sulle politiche sociali organizzata da Cnca, Gruppo Abele e Libera.
Nei tre giorni si è ragionato sulla crisi del welfare e sulle proposte per definire quel patto sociale di cui c’è urgente bisogno. Nella prima sessione vi sono state le relazioni di Stefano Bellomo (precarietà del lavoro), Gian Carlo Caselli (giustizia), Nerina Dirindin (salute), Luigi Manconi (carcere), Aldo Morrone (povertà), Giancarlo Perego (immigrazione). Sono intervenuti Pierluigi Bersani e Damiano Stufara.

Nella seconda giornata i partecipanti si sono divisi in 7 "cantieri" di lavoro sui seguenti temi:

1) Lavoro: disoccupazione, precariato. Quali riforme possibili in una nuova prospettiva di politica economica;

2) Welfare, i rinforzi necessari. Quali concrete misure da proporre oggi in grado di tracciare il solco per le riforme di domani;

3) Il diritto all’abitazione. Le politiche dell’abitare in una città vivibile;

4) Per una dignità dei migranti: tra il lavoro come merce e la mercificazione delle persone.

5) La salute per tutti: valorizzare i punti di forza e superare i punti di debolezza;

6) Carcere: dal penale al sociale. Revisionare le normative penali, realizzare le misure alternative, evitare le recidive;

7) Giovani, risorse ed opportunità.

Nella terza giornata c’è stata la tavola rotonda coordinata da Roberto Morrione con Leopoldo Di Girolamo, Paolo Ferrero, Fabio Granata, Livia Turco, Nichi Vendola. Sono intervenuti mons. Vincenzo Paglia e Maria Rita Lorenzetti.
Le conclusioni sono state fatte da Lucio Babolin e don Luigi Ciotti.
Babolin ha annunciato la volontà degli organizzatori di Strada Facendo di promuovere nei prossimi mesi delle occasioni di incontro e azione sui temi affrontati in questa edizione della manifestazione.
Dai tre giorni di lavoro è venuta fuori la Carta di Terni per un nuovo welfare.
Don Luigi Ciotti, nel suo intervento conclusivo, ha detto chiaramente che si tratta di "una Carta da trasformare in carne". Per il fondatore del Gruppo Abele e di Libera la sfida che abbiamo di fronte è soprattutto culturale: "La giustizia ha bisogno di cultura. E’ la cultura che fa crescere la giustizia." C’è la necessità di creare un nuovo vocabolario. E una politica che parli "il linguaggio della comunità e non quello dell’immunità". Ciotti ha terminato il suo intervento con un forte incitamento: "Non limitiamoci a sperare, ma organizziamola concretamente, questa speranza."
La manifestazione si è chiusa con la lettura – da parte di Gabriella Stramaccioni e don Armando Zappolini – del testo della Carta (riportata nella sezione “libera” di questo portale)