l 17 ottobre, nella Giornata mondiale per l’eliminazione della povertà, verrà presentato a L’Aquila il Rapporto di ricerca “La pienezza del vuoto: indagine sulle nuove forme di mutuo supporto della Rete dei Numeri Pari”. La ricerca si è svolta tra novembre 2019 e luglio 2022 ed è stata condotta dall’equipe del Gran Sasso Science Institute – GSSI, coadiuvata dal Forum Disuguaglianze e Diversità. La procedura seguita per la selezione dei casi da sottoporre a indagine si è svolta in due distinte fasi. Nella prima fase si è lavorato per stratificare l’universo delle 337 realtà allora iscritte alla Rete dei Numeri Pari in base all’area geografica e all’attività prevalente. Nella seconda fase sono stati selezionati 112 casi studio (il 33% dei soggetti iscritti alla Rete) scelti in parte in modo mirato e in parte in modo casuale.
La raccolta e l’analisi dei dati da parte dell’equipe di ricerca è stata fatta utilizzando l’approccio metodologico della Grounded Theory. La ricerca è stata fatta per analizzare e studiare le diverse forme di mutuo supporto portate avanti dai soggetti della Rete dei Numeri Pari come risposta alla crisi e all’aumento senza precedenti delle disuguaglianze e dell’esclusione sociale. L’indagine ha diversi obiettivi: rendere visibile e conoscibile il lavoro portato avanti in questi anni dai tanti soggetti sociali che ovunque nel nostro paese rappresentano una risposta concreta alla crisi economica e sociale; capire se, e in quale misura, queste realtà possono essere una risposta alla crisi delle diverse forme di organizzazione; studiare quali sono le cause e gli ostacoli che ne frenano lo sviluppo; sostenere ed essere d’aiuto a chi fa del mutualismo e della solidarietà la propria pratica di vita; sistematizzare per la prima volta in Italia le informazioni, gli impatti e le potenzialità delle forme di mutualismo; contribuire al dialogo e alla reciprocità tra i tanti soggetti sociali impegnati contro disuguaglianze e mafie.
Sono molte le domande a cui il Rapporto finale “La pienezza del vuoto” prova a dare risposte. Cosa accomuna le tante iniziative e attività che dentro la Rete si definiscono di mutualismo (o mutualistiche)? Cosa rende simili le realtà studiate? Quali dimensioni e quanti beneficiari raggiungono? Che tipo di forme di partecipazione usano e come prendono decisioni? Che relazioni e di che tipo con le istituzioni? Le pratiche di mutualismo rappresentano forme di innovazione sociale utili per i decisori pubblici? Possono essere una delle risposte alla crisi della partecipazione dei corpi sociali intermedi e della rappresentanza?
I contenuti della ricerca ci aiutano a fare diverse riflessioni. Ad esempio, una delle dimensioni fondamentali osservate nell’indagine è quella relativa al ruolo prioritario del mutualismo per i soggetti impegnati nel contrasto alle mafie, alla corruzione e alla cultura mafiosa. In questo modo, è stato possibile individuare nelle nuove soluzioni intersezionali di welfare mutualistico lo strumento più efficace per contrastare la penetrazione mafiosa nei luoghi dove mancano i servizi ed è assente lo Stato.
Sono state oggetto di studio anche le relazioni tra i soggetti sociali impegnati sui territori e la politica locale e nazionale. Dall’indagine emerge in maniera pressante e urgente la necessità di una nuova metodologia delle politiche pubbliche fondata sul coinvolgimento e la partecipazione diretta della cittadinanza attiva per tutto ciò che riguarda le politiche sociali e il contrasto alle disuguaglianze ed alle mafie, proprio alla luce dei saperi e delle conoscenze accumulate dal basso sui territori in questi anni di crisi. La ricerca rappresenta uno strumento utile anche e soprattutto per i decisori pubblici. Così come per il mondo della ricerca, che ha il fondamentale compito di rafforzare la riflessione critica sul ruolo delle università dentro la co-programmazione e co-progettazione delle politiche pubbliche.
Il Rapporto delinea un elemento comune a tutte le realtà studiate: la convinzione che per rispondere alla disgregazione sociale prodotta dalla crisi e dall’assenza di risposte efficaci della politica sia necessario dare spazio e rafforzare azioni e forme organizzative di servizi e produzione fondate su reciprocità, solidarietà, azione collettiva, scambio differito. Il “vuoto” lasciato dall’assenza dello Stato e da politiche inefficaci, riempito dalla “pienezza” di attività, relazioni e conoscenze dei soggetti sociali che vivono sul territorio e ricostruiscono comunità. Un “vuoto” che si è allargato enormemente negli ultimi 15 anni in cui politiche sbagliate hanno consentito che la ricchezza venisse concentrata in pochissime mani mentre crescevano come mai prima nella storia della Repubblica miseria, esclusione, ingiustizie sociali ed ambientali, solitudine e povertà relazionale. Prima le politiche di austerità, poi l’arrivo della pandemia e oggi l’esplosione dei prezzi delle bollette e dell’energia causato dalla guerra con il rischio spaventoso di una escalation nucleare, hanno messo in ginocchio la maggioranza della popolazione e radicalmente modificato il senso comune.
È in questo contesto così complicato e drammatico che nascono e si sviluppano dal basso in tanti luoghi del paese pratiche e attività di mutualismo con cui rispondere ai bisogni e alle aspirazioni di una larga parte di società lasciata indietro, esclusa e senza prospettive. Dove mancano i servizi sociali e le azioni dello Stato nel contrasto a disuguaglianze e mafie, le attività di mutualismo e le pratiche di mutuo soccorso dei soggetti sociali e della cittadinanza attiva sono state spesso in questi ultimi anni le uniche risposte per chi è in difficoltà. Gli strumenti usati sono la cooperazione, la solidarietà, la creatività e il mutuo aiuto.
In biologia per “mutualismo” si intendono quelle strategie ecologiche che rendono possibile l’evoluzione attraverso l’interazione e la collaborazione tra specie diverse. La cooperazione è dunque un fattore indispensabile, oltre che necessario, all’evoluzione. Senza ci estinguiamo. Il mutualismo mette in discussione il modello competitivo applicato alle infrastrutture, ai diritti, alle risorse e ai beni comuni legati alla nostra sopravvivenza. È più utile perché produce un vantaggio attraverso l’aiuto reciproco e la cooperazione tra le specie. Ma il mutualismo non va inteso solo in chiave biologica. Diventa infatti un moto di carattere etico quando i vantaggi prodotti hanno come conseguenze la reciprocità, nuove modalità deliberative, nuovi linguaggi e quelle che vengono definite da Boaventura De Sousa Santos “cornici di senso della politica della cura”.
Il 17 ottobre di nove anni fa Libera era in piazza con la campagna Miseria Ladra, dinanzi al Parlamento, per chiedere un’inversione di rotta sulle politiche sociali. Volevamo con delle proposte concrete chiedere alla politica di darci ascolto con l’obiettivo di combattere l’aumento delle disuguaglianze e dell’esclusione sociale provocato dalle politiche di austerità e impedire alle mafie di sfruttare l’aumento della povertà e dei bisogni, rafforzando il controllo sui territori attraverso il welfare sostitutivo mafioso. Non siamo stati ascoltati e le politiche sociali dei Governi che si sono succeduti hanno addirittura peggiorato le cose. Decidemmo di ripartire dal basso, accettando il corpo a corpo sociale, coscienti della frammentazione prodotta dalla crisi della politica, lavorando per portare avanti obiettivi condivisi, consapevoli che nessuno ce la fa da solo e che la complessità della crisi ci impone unità nella diversità e intersezionalità nelle lotte. Per queste ragioni è nata la Rete dei Numeri Pari, un movimento spontaneo che mette insieme non solo quelli che condividono obiettivi e proposte politiche ma chi si sporca le mani sul campo, costruendo risposte attraverso la solidarietà, la partecipazione e la condivisione. La buona notizia è che in questi anni le nostre realtà, comunità, associazioni, cooperative, comitati, reti sociali, parrocchie, case di donne, fabbriche recuperate, fattorie sociali, si sono sempre più organizzate dal basso, ripartendo dalle relazioni, mettendo a valore la solidarietà, usando l’azione collettiva e la gratuità come meccanismo per la partecipazione, stimolando processi creativi che hanno dato risposte a decine di migliaia di persone che senza non le avrebbero avute. Questo mondo in basso ignorato dalle classi dirigenti è spesso anche l’unico anticorpo sociale e culturale alla penetrazione del welfare e della cultura mafiosa. I tanti soggetti che in Italia praticano mutualismo, di cui solo una piccola parte è nella Rete dei Numeri Pari, rappresenta la più bella notizia per la democrazia nel nostro paese. In un momento storico difficilissimo in cui abbiamo bisogno di profondo cambiamento, sono proprio le esperienze che portano avanti attività di mutualismo a rappresentare una realtà concreta da conoscere, studiare, sostenere e promuovere. Una geografia della speranza che promuove politiche per la vita, obiettivi comuni e si sente parte dell’Internazionale della Terra.
Giuseppe De Marzo, coordinatore Rete dei Numeri Pari
Il convegno di presentazione dei risultati del progetto sarà trasmesso anche in diretta streaming al link www.gssi.it/streaming e sul canale YouTube del GSSI Gran Sasso Science Institute.
Per ricevere la ricerca, invitare alcune delle realtà studiate sui propri territori e nei propri coordinamenti, organizzare momenti di formazione sui temi della ricerca, scrivere a retenumeripari@gmail.com.
In agenda dal 17/10/2022 al 17/10/2022