Gli emendamenti sono 430 e – sempre che la riforma costituzionale lo permetta – saranno passati al vaglio della Commissione Affari sociali della Camera a partire da giovedì 15 gennaio. Altro piccolo passo avanti per la riforma del terzo settore, il cui iter parlamentare dovrebbe riprendere la prossima settimana con l’esame delle proposte di modifica al testo del disegno di legge delega approvato nel luglio 2014 dal Consiglio dei ministri. Da tempo scaduti i termini per la loro presentazione, gli emendamenti saranno analizzati in questi giorni dai componenti la commissione e anche dal governo, che con il sottosegretario Luigi Bobba (che ha seguito l’intero iter) dovrà pronunciarsi esprimendo un parere – favorevole o contrario – su ogni proposta di modifica.
"Il voto sugli emendamenti – dice la relatrice del testo, la deputata del Pd Donata Lenzi – dovrebbe iniziare giovedì prossimo, 15 gennaio, compatibilmente con i lavori dell’Aula che in questa fase è impegnata nella discussione sulla riforma costituzionale, un tema che ha la priorità su ogni altro provvedimento e sul quale sarà necessaria in occasione del voto una presenza costante in Aula". Il voto sulla riforma del terzo settore potrebbe dunque subire uno slittamento, specialmente nei giorni in cui i deputati – tutti i deputati – saranno "precettati" dai rispettivi capigruppo per presidiare l’Aula di Montecitorio per il voto sulla riforma costituzionale.
Quanto al contenuto, le due aree sulle quali si dovrebbero concentrare la maggior parte delle proposte di modifica sono da un lato quella dell’articolo 2 del testo di legge delega, in particolare sulla parte relativa alla parte civilistica (quindi la revisione della disciplina giuridica delle associazioni e di tutti i soggetti del terzo settore, attualmente contenuta nel libro primo del codice civile) e dall’altro lato quella relativa all’impresa sociale, che rappresenta probabilmente il tema più caldo – quello su cui le posizioni sono meno condivise – dell’intera riforma. Ma ovviamente ci sono emendamenti anche sulla parte della normativa fiscale e su quella – altrettanto sentita – del servizio civile universale.