Roma, 3 aprile 2014 – Il Forum nazionale del Terzo Settore insieme a molte associazioni aderenti che operano con i minori si sta mobilitando in questi giorni per chiedere un rinvio nell’applicazione del decreto legislativo 39 del 4 marzo 2014 che, in attuazione della Direttiva europea 2011/93 relativa alla lotta contro l’abuso e lo sfruttamento sessuale dei minori e la pornografia minorile, obbliga il datore di lavoro che «intenda impiegare al lavoro una persona» per lo svolgimento di attività professionali o volontarie organizzate che comportino contatti diretti e regolari con minori a richiedere il certificato penale del casellario giudiziale del soggetto ‘impiegato’. Tutto questo entro tre giorni: il prossimo 6 aprile infatti scade il termine per la presentazione dei documenti richiesti.
Così Pietro Barbieri, Portavoce del Forum nazionale del Terzo Settore: “Siamo senza dubbio favorevoli all’introduzione di una normativa volta alla tutela dei minori e al contrasto di qualsiasi forma di abuso, ma troviamo che questo decreto contenga troppe ambiguità. Tante le questioni sulle quali chiediamo di maggior chiarezza per una corretta interpretazione del testo: il certificato va presentato solo al momento dell’assunzione o è invece retroattivo? Non è chiaro poi se vada reiterato ogni sei mesi (tempo di scadenza). Chiediamo inoltre che l’espressione “impiegare al lavoro” venga definita più chiaramente – come d’altra parte avviene nella Direttiva europea -. Ma pensiamo ancora al tema della privacy, nello specifico al divieto per i datori di lavoro di acquisire informazioni simili sui dipendenti, e a quello dei tempi, troppo stretti per consentire a migliaia di associazioni, di cooperative e di operatori di ottemperare a questo obbligo di legge. Ci domandiamo anche come faranno gli uffici amministrativi dei tribunali italiani a gestire l’inevitabile intasamento.”
“Questo decreto, che coinvolge migliaia di lavoratori di asili, centri diurni e sportivi e case famiglia, rappresenta un importante passo avanti che anche il nostro Paese deve fare, ma chiediamo al Ministero una proroga rispetto all’applicazione della norma per consentire di sciogliere tutti i dubbi e poter applicare in maniera corretta un provvedimento legittimo e doveroso”.