Si svolge Giovedì 12 Maggio 2016 alle ore 16,30 presso la Fiera internazionale della Sardegna Padiglione D Mediterraneo, ingresso piazza Efisio Puddu (lato Coni) la presentazione del video

“Sardegna terra di accoglienza”

 

Introduzione

Riccardo Porcu

Direttore Servizio

 

Proiezione (45′)

 

Tavola Rotonda

moderatore

Roberto Olla

Giornalista

 

Sardegna terra di accoglienza?

Per rispondere a questa domanda occorre conoscere alcuni momenti della storia dell’Isola che vanta una tradizione significativa in questo campo.

Molti, infatti, sono stati gli esempi positivi di accoglienza e integrazione che hanno visto la Sardegna protagonista. La vicenda più rilevante si riferisce all’esodo delle popolazioni giuliane accolte sul nostro territorio soprattutto con la firma, il 10 febbraio del 1947, del trattato di pace dopo la fine della seconda guerra mondiale.

Migliaia di istriani, fiumani e dalmati si rifugiarono in Italia e in particolare in Sardegna per sfuggire alle persecuzioni di Tito e allo sterminio delle Foibe. Un eccidio solo recentemente strappato all’oblìo con l’istituzione nel 2005 della giornata del ricordo e celebrata il 10 di febbraio di ogni anno.

Agli inizi degli anni 60 anche Pula e Castiadas furono capofila di un progetto di accoglienza e integrazione nei confronti, in questo caso, della comunità tunisina estradata dallo stato africano diventato indipendente con il presidente Burguiba.

In realtà si trattava per lo più di famiglie di origine siciliana che ebbero la possibilità di sistemarsi nelle case costruite dall’Etfas e lasciate libere dai primi assegnatari sardi nell’ambito della riforma agraria predisposta dalla Regione. Così le famiglie Patti, Bilello, Pandolfo, Romeo, Lo Pinto, Di Quattro, Ciaccio, Internicola e tante altre ancora si integrarono con i sardi specializzandosi soprattutto nella coltivazione dei vigneti. Nasce così la cantina sociale di Santa Margherita e Castiadas e con loro si aprì una nuova stagione di prosperità e di progresso.

Andando a ritroso nel tempo, è il 1751, possiamo citare l’esempio di Montresta dove vennero ospitate 22 famiglie greche provenienti dal lontano Peloponneso. Solo un anno prima il Bey di Tunisi liberò 240 tabarchini, dopo 9 anni di prigionia, perché venissero trasferiti a Carloforte e Calasetta grazie all’intermediazione dei Savoia. Anche in questo caso si trattava di una colonia di italiani proveniente principalmente da Pegli, in Liguria. Nonostante le continue migrazioni conservarono intatte le tradizioni culturali e linguistiche ancora oggi gelosamente custodite e tramandate da padre in figlio. Nel filmato si fa cenno alla colonia veneta presente ad Arborea fin dai tempi della bonifica iniziata grazie all’impegno dell’ingegnere Giulio Dolcetta della Società Bonifiche sarde. Un altro esempio di integrazione e convivenza virtuosa tra popolazioni dalle radici storiche e culturali profondamente diverse.

G. Moccia

 

Realizzato da Giosi Moccia

Aiuto regista Antonello Anziani

Riprese e montaggio Antonello Cau

Relazioni esterne Giorgio Falconi

Progetto grafico Roberto Camboli e Centro Stampa