Il Movimento del Volontariato Italiano invita volontari, associazioni, movimenti, società civile a confrontarsi su ciò che sta accadendo in Italia e sulle responsabilità che abbiamo per il nostro futuro.

 


LABORATORIO NAZIONALE

ROMA 1-2-3 GIUGNO 2012

Il contesto della crisi

Di fronte ai cambiamenti che stanno avvenendo nella nostra società, noi siamo preoccupati e sentiamo la responsabilità di chiedere con forza che questi avvengano nell’equità e nella giustizia.

Sentiamo il richiamo della Costituzione italiana, che è un esempio limpido di questa prospettiva. Essa riconosce i diritti umani e li lega ai doveri di solidarietà, dichiarando che è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli economici e sociali che impediscono, di fatto, la piena integrazione dei cittadini. 

È possibile che la crisi rappresenti non una maledizione, ma una opportunità. 

Rilanciamo, allora, la bellezza del prendersi cura della comunità, attribuendo a tale impegno un valore politico e culturale capace di aggregare tanti nella realizzazione di un nuovo progetto di società. Serve una nuova capacità di profezia, per l’assunzione collettiva di nuove responsabilità. 

Molti segni e movimenti indicano la presenza, nel Paese, di un “tesoro di gratuità e partecipazione”: è un tesoro che si è accumulato nelle mobilitazioni per i beni comuni e attraverso la generosità invisibile di molti volontari, insegnanti, educatori ed associazioni educative, testimoni, famiglie, movimenti politici e organizzazioni religiose. 

Un invito a cercare insieme

Vorremmo aprire un dibattito su questi temi e, senza voler predefinire in termini rigidi gli ambiti della riflessione, proponiamo il nostro contributo, per aprire nuovi cantieri di riflessione e proposta.

Per questo ci piacerebbe confrontarci con tutti voi, in giro per l’Italia, in tutte le occasioni di incontro possibili, per ritrovarci poi nel laboratorio del 1-3 giugno nel quale vorremmo costruire insieme una piattaforma di idee e di azione per i nostri movimenti.

LE NOSTRE RIFLESSIONI, IL NOSTRO IMPEGNO

La ribellione della gratuità

Vogliamo lavorare per far crescere nel Paese la gratuità non intesa solo ed esclusivamente come assenza di compenso o di retribuzione, ma come rifiuto dell’etica mercantilistica. Il volontariato non diventa, così, solo fare qualcosa per gli altri senza denaro, ma farsi carico responsabilmente e gratuitamente della convivenza umana e di conseguenza della dimensione sociale dell’impegno, anche in politica, che deve essere valorizzato nella cultura generale del Paese.

Superare l’individualismo: la responsabilità delle classi dirigenti

Il "pensiero unico" individualista, quello che ci ha conquistato tutti e ci porta a pensare solo a noi stessi non è adatto ad affrontare la crisi. In un tempo di minori ricchezze, ci porterebbe inevitabilmente ad una guerra di tutti contro tutti, nella quale i più deboli avrebbero la peggio. Solo ricostruendo una vera e radicata cultura dell’essere e del fare insieme, del prenderci insieme cura della comunità, potremo costruire una società capace di essere migliore. Come cittadini impegnati nella solidarietà chiediamo alle classi dirigenti di condividere con noi riflessioni e responsabilità, sugli intrecci fra scelte etiche e conseguenze sociali ed economiche, sul possibile ruolo degli attori politici, economici, sociali, culturali, sul futuro dell’Italia.


Le giovani generazioni: fare spazio

I giovani non sono condizionati dalle delusioni dei fallimenti, dall’immobilismo del “già visto”, dalla paura della sperimentazione. Né sono responsabili dei modelli culturali che hanno condotto alla crisi.

Nel percorso compiuto in questi ultimi anni, abbiamo imparato che scommettere sui giovani non significa renderli destinatari della nostra cura paternalistica, ma protagonisti di spazi che vanno liberati dall’eccessivo “controllo” degli adulti per costruire una reale alleanza intergenerazionale.


Ridurre l’impatto sul mondo

Dobbiamo prendere coscienza di due verità: le risorse della terra non sono illimitate e non sono solo nostre. I Paesi occidentali non possono più continuare a sfruttare anche le risorse che spettano ad altri abitanti del mondo. Per garantire un buon livello di benessere per tutti e non ipotecare il futuro, dobbiamo essere disponibili a ridurre il nostro impatto sull’ambiente, facendo scelte di sobrietà ed imparando a consumare meno risorse ambientali e meno energia.

I beni comuni

Una nuova cultura dell’interesse generale che si tocchi con mano non può che passare attraverso la protezione e valorizzazione dei beni comuni. L’acqua, l’aria, l’ambiente, un parco, la fruibilità di una scuola, di un giardino pubblico, la trasparenza dell’amministrazione comunale, il livello di legalità di un territorio, le possibilità di mandare i figli al nido, rendono bene il senso di cosa può significare impegnarsi per una causa comune, per fare il bene comune. Sono strade attraverso le quali vogliamo portare ad un nuovo impegno pubblico, nel quale imparare a farsi “i fatti di tutti”, cioè a farsi carico degli altri e di se stessi.

La scelta educativa

E’ tempo di dare centralità all’educazione e far cooperare l’intero Paese per formare nuove coscienze, consapevolezze e mentalità. Società civile, mondo dell’educazione e della formazione, operatori culturali e della comunicazione, decisori politici devono farsi carico insieme, ognuno per le proprie responsabilità, di scelte coerenti per il futuro del Paese.

Ri-abitare la politica

E’ tempo di ricondurre la politica alla sua vera funzione di servizio, discreto, disinteressato, sussidiario per la tutela del bene comune. Occorre chiedere il coraggio di associare all’impegno politico le parole “gratuità” e responsabilità”.

Valorizzare il ruolo delle donne

E’ tempo di riconoscere la valenza propositiva e innovativa delle donne nei diversi contesti di vita sociale, politica, istituzionale, civile, economica, culturale, ecclesiale. Il prendersi cura, la conciliazione tempi di lavoro tempi di vita, il presidio delle relazioni educative, la diversa cultura nella gestione delle relazioni di comunità, sono tesori di cui le donne sono portatrici che devono essere valorizzati adeguatamente.

Responsabili del mondo

La riflessione sulla nuova società deve riferirsi anche alle responsabilità verso il resto del mondo.

Nel Mediterraneo, confine liquido fra tre continenti e tre grandi religioni monoteistiche, intreccio di culture, lingue, geni, nomi, storie, problemi, famiglie, il nostro Paese deve assumersi direttamente le sue responsabilità sul mondo.

CONFRONTIAMOCI

per costruire, insieme, il nostro futuro

PROPOSTE PER IL LABORATORIO

Per articolare la riflessione abbiamo messo a fuoco cinque aree tematiche ed alcune domande per una comune elaborazione, su cui proponiamo di confrontarci negli incontri sul territorio e poi nel laboratorio nazionale del 1-3 giugno.

Democrazia, partecipazione, “con-cittadinanza”

Come rimettere al centro la Costituzione, la coesione sociale, i beni comuni?

1)      In quali modi i cittadini possono oggi partecipare realmente alle scelte che riguardano la collettività?Come deve cambiare la politica?

2)      Come favorire la partecipazione delle persone più marginali?

3)      In che modo la partecipazione può favorire il riconoscimento e la difesa dei beni comuni?

4)      Come aprire nuovi spazi di partecipazione insieme ai giovani per costruire insieme il futuro?

Ambiente e natura, crescita e decrescita

Come riconsiderare il senso del limite in una prospettiva di sostenibilità?

5)      Siamo padroni o custodi della terra?Come conciliare le esigenze del ben-essere con il rispetto dell’ambiente e dei diritti delle generazioni future?

6)      Siamo disponibili a costruire un modello di vita e di economia non fondato sull’idea della crescita perpetua?Quali stili di vita personali e familiari dovremmo adottare per questo?

7)      Quali scelte politiche dovremmo chiedere?


Globalizzazione e sistemi di welfare

Come accogliere, tutelare, integrare tutte le persone, con uno sguardo essenziale a chi sta peggio?

8)      In un mondo in cui tutti dipendono da tutti, quali atteggiamenti responsabili possiamo assumere in Italia per una maggiore equità tra i popoli?

9)      Mentre cresce la precarietà e la paura per il futuro, quali scelte si possono operare per tenere unita la società?Quali responsabilità dobbiamo chiedere alla politica?

10)   Come costruire oggi un sistema di welfare sostenibile che sia capace di garantire equità sociale e pari opportunità?

Le disuguaglianze territoriali e sociali

Come superare le corporazioni e le caste, l’illegalità diffusa, il localismo?

11)   È possibile costruire città e società senza “periferie” e disuguaglianze, in cui si possa favorire una vera liberazione delle persone e delle situazioni più deboli, senza che questo diventi rabbia e distruzione ma invece partecipazione alla costruzione della comunità?

12)   Come superare la rassegnazione di fronte alla criminalità, ai privilegi delle “caste”, alla corruzione, tutti problemi che alimentano le disuguaglianze?

13)   Come vincere la tentazione di chiudersi ai diversi, agli stranieri, ai poveri… pensando così di difendere il proprio benessere e la propria sicurezza?


Le relazioni sociali

È possibile oggi costruire il “noi” come dimensione esistenziale di un futuro di pace, rimettere la persona al centro, riscoprire la reciprocità e fraternità?

14)   Come superare l’indifferenza che ci fa sentire estranei gli uni agli altri anche se siamo vicini?

15)   Fraternità, la terza sfida della rivoluzione francese. Cosa può significare concretamente?Quali scelte personali e quali scelte politiche occorrono per farla crescere nelle nostre comunità locali?

16)   Come riconoscere il valore delle differenze e delle specificità nella costruzione delle relazioni di convivenza?


Per approfondire alcune delle questioni richiamate è possibile fare riferimento al documento “Accompagnare il parto di un mondo nuovo. Profezia e responsabilità del volontariato dentro la crisi” e al volumetto “Il mondo che vorremmo”, entrambi reperibili sul sito internet www.movinazionale.it  nella sezione dedicata al laboratorio nazionale del 1-3 giugno, dove saranno pubblicati anche tutti i contributi che saranno man mano raccolti e che vi invitiamo a spedire via mail a: stradenuove@movinazionale.it


Sul sito si è possibile trovare anche informazioni più dettagliate sull’appuntamento nazionale e iscriversi.

Nella foto una parte della rappresentanza dei volontari della Sardegna che ha partecipato al Laboratorio.